Schede primarie

Sacile, la città-porta del Friuli, nell'area della fabbrica di pianoforti, sorge la Fazioli Concert Hall che per l'occasione si trasforma nel set per la registrazione di Piani Paralleli, una Suite per quartetto jazz e orchestra d'archi del compositore e pianista siciliano Giovanni Mazzarino. Per il musicista il Jazz è soprattutto un momento di grande integrazione e dove c'è integrazione c'è la possibilità di raccontare e raccontarsi; egli s'intrattiene cos. in un dialogo intimo con la propria musica che, parallelamente, sta per essere allestita in un serrato confronto tra ingegneri del suono e i musicisti convocati ad interpretarne il pensiero musicale. Per il singolare evento sono stati convocati alcuni dei maggiori jazzisti attualmente in attività sulla scena internazionale, scelti tra coloro che hanno affiancato Mazzarino nelle sua già lunga carriera di musicista: il grande contrabbassista e compositore statunitense Steve Swallow, Adam Nussbaum considerato tra i migliori percussionisti di oggi e il trombettista italiano oramai internazionalmente noto Fabrizio Bosso, che in questa occasione fonde le sonorità virtuosistiche del proprio strumento nei raffinati arrangiamenti di Paolo Silvestri, quest'ultimo alla direzione dell'orchestra d'archi Accademia Arrigoni. Musicisti dalle caratteristiche peculiari che apportano sensibilità e opportunità di confronto che la cinepresa documenta partecipe dall'interno, e non ai suoi margini, del processo di allestimento della Suite. Un'opera composta in cui riecheggia la cultura musicale del compositore, impregnata dalle suggestioni provenienti della sua terra di origine, forgiata dalle tradizioni musicali più disparate. Una musica propriamente del mondo. Scorre il tempo sul movimento del piano sequenza cogliendo una particolare lettura della partitura che porta ad una messa in atto di equivalenze fra il linguaggio delle immagini e quello dei suoni. L'ultima nota eseguita all'unisono dall'insieme della compagine strumentale ora immobile riverbera, nel chiaroscuro della Concert Hall evocando un tempo sospeso. La cinepresa transita d'incanto all'esterno e inizia ad intraprendere un viaggio nella luce del crepuscolo lungo un cammino senza fine.