Schede primarie

In Israele, nei pressi di Tel Aviv, si erge una tranquilla palazzina borghese di tre piani. Dagli appartamenti non provengono musiche ad alto volume, né voci di alterchi. La quiete regna sovrana. Eppure, dietro quelle porte blindate, la vita non è dello stesso tenore. Al primo piano vive una coppia, Arnon e Ayelet, hanno una bambina, Ofri, che qualche volta affidano agli anziani vicini. Ruth e Hermann sono persone educate, giunte in Israele dalla Germania, lui gira agghindato in giacca e cravatta, lei insegna pianoforte al conservatorio. Un giorno Hermann, che da tempo mostra i primi sintomi dell'Alzheimer, "rapisce" Ofri per un pomeriggio, scatenando la furia di Arnon, inconsciamente convinto che dietro quel gesto, in apparenza dettato dalla malattia, si celi ben altro. Al secondo piano Hani, madre di due bambini e moglie di Assaf, sempre all'estero per lavoro, combatte una silenziosa battaglia contro la solitudine e lo spettro della follia che, da quando sua madre è stata ricoverata in un ospedale psichiatrico, non smette mai di tormentarla. Un giorno Eviatar, il cognato che non vede da dieci anni, bussa alla sua porta e le chiede di sottrarlo alla caccia di creditori con cui è finito nei guai. Hani non esita a ospitarlo e a trovare cosí un riparo alla sua solitudine. Salvo poi chiedersi se l'intera vicenda non sia un semplice frutto dell'immaginazione e dei desideri del suo Io. Dovra, giudice in pensione che vive al terzo piano, avverte l'impellente bisogno di dialogare con il marito defunto e per farlo si serve di una vecchia segreteria telefonica appartenutagli. Ritorna in tal modo sul passato suo e di suo marito guardiani della vita del figlio Arad, ruolo che ha spinto quest'ultimo dapprima a un tragico errore, poi a compiere un gesto estremo che lo ha escluso per sempre dalla loro vita.